La tristezza degli angeli - Jón Kalman Stefánsson

 Titolo: La tristezza degli angeli (tit. originale: Harmur englanna)

 Autore: Jón Kalman Stefánsson (Reykjavík 17 dicembre 1963)

Anno di pubblicazione: 2009

Casa editrice: Iperborea

Traduttrice: Silvia Cosimini

Genere: Narrativa straniera


Secondo romanzo della trilogia composta, oltre che da questo titolo, anche da Paradiso e Inferno (2007) e il cuore dell'uomo (2011). La storia è ambientata nei fiordi occidentali è ha come protagonisti principali sono due: Jens, un postino con un carattere duro come il tempo del luogo e con molti pesi nell'animo e un giovane ragazzo orfano che cerca il senso della vita che si ritroveranno, loro malgrado, come compagni di viaggio nei freddi paesaggi islandesi con lo scopo di consegnare la posta agli abitanti sperduti in quelle lande ghiacciate. Questo viaggio porterà i due protagonisti, per ovvie ragioni, ad avvicinarsi uno all'altro infrangendo piano piano il muro che li divide.

I due protagonisti, durante il loro viaggio, incontreranno e alloggeranno presso i pochi abitanti del luogo, permettendo al lettore di avere uno scorcio sulla vita degli abitanti che vivevano in Islanda negli anni a cavallo fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Tra i tanti abitanti faranno la conoscenza di un religioso che vive con la moglie e con alcuni inservienti, il quale ha perso la fede e forse anche il piacere di vivere, anche a causa della monotonia della vita spezzata, di tanto in tanto, dall'arrivo di qualche gruppo di persone che accompagnano un loro caro nell'ultimo viaggio per essere sepolto in terra consacrata. Oppure una famiglia che ha perso la figura femminile, lasciando il marito con i figli e la vecchia nonna a lottare per la sopravvivenza con i pochi mezzi di sostentamento.

E leggendo questo romanzo, oltre alla poeticità della prosa e delle belle riflessioni fatte dal ragazzo protagonista del romanzo, molti sono gli aspetti che mi hanno colpito e fatto riflettere: la prima è che, nonostante l'estrema povertà che soffrono gli abitanti durante i lunghi mesi invernali, sono molto ospitali con i nuovi venuti e pronti a condividere anche quel poco che hanno (anche se questo significherà per loro stringere ancora di più la cinghia). La seconda è che, in questi luoghi, anche i morti devono adeguarsi al clima: oltre al dover trovare gente giovane e forte disponibile a trasportare il corpo per chilometri e chilometri per raggiungere il cimitero più vicino (il che, data la notevole distanza fra le diverse persone, poteva richiedere anche diverse settimane) in molti casi i corpi venivano semplicemente conservati nella neve fino a quando il tempo non migliorava permettendo un più agile e sicuro trasporto della salma.

Sicuramente è una lettura interessante per gli innumerevoli scorci sulla vita degli islandesi e sulle numerose riflessioni che il testo porta a fare. Sebbene non abbia letto il primo volume, consiglio la lettura dei volumi in ordine di pubblicazione per avere, probabilmente, una visione ancora più completa dei protagonisti di questo romanzo e di quello successivo.

Citazione preferita:

Cos'è la responsabilità? Non è forse aiutare gli altri al punto da mettere a rischio la propria vita? Se non varchi la distanza che porta all'altro, le tue giornate si riempiranno di un suono vuoto. La vita è facile solo per quelli che non hanno morale, del resto se la cavano anche bene e abitano in grandi case.


Voto finale: ⭐⭐⭐⭐ 

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