La luna e i falò - Cesare Pavese

 Titolo: La luna e i falò

 Autore: Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo 9 settembre 1908 - Torino 27 agosto 1950)

Anno di pubblicazione: 1950

Casa editrice: Einaudi

Traduttrice: ---

Genere: Narrativa letteraria


Le vicende narrate nel romanzo hanno come protagonista un uomo, chiamato da tutti Anguilla, orfano (o bastardo, come viene spesso definito da molti personaggi della storia) che dopo aver vissuto parecchi anni in America decide di ritornare nel suo paesino nelle langhe, ritrovando il suo paese e tutte le località limitrofe cambiate eppure paradossalmente sempre uguali. Molti dei suoi amici e conoscenti però non ci sono più, alcuni morti di morte naturale altri a causa della seconda guerra mondiale e di tutto ciò che ne è seguito, ma ritroverà un amico in particolare con il quale aveva molto legato: Nuto. E sarà questo amico a fargli un resoconto di tutti gli avvenimenti che si sono susseguiti dopo la sua partenza, permettendogli di rivivere (e a noi lettori di vivere) la sua infanzia e giovinezza. 

I due protagonisti cardine della storia sono Anguilla e Nuto. 
Anguilla è un orfano cresciuto in una cascina delle langhe che finì a fare il servizio militare a Genova e dalla quale dovette poi fuggire per evitare l'arresto, imbarcandosi su un bastimento diretto in America.
Nuto invece nella sua giovinezza era un noto suonatore di clarinetto nelle feste di paese e, in seguito alla morte del padre, "appese" il clarinetto al chiodo per dedicarsi alla falegnameria.

Il libro, scritto come racconto in prima persona del protagonista Anguilla, si alterna fra eventi del passato ed eventi del presente, in un perenne contrasto fra ciò che sarebbe potuto essere se fosse rimasto e cosa in realtà è diventato.

Mi è piaciuta molto l'atmosfera nostalgica che pervade molte parti del romanzo e che mostrano un mondo che ormai non esiste più, un mondo in cui si stava sicuramente peggio ma che per certi versi era più semplice e genuino. 

Citazione preferita:
Allora Nuto si era messo a gridare che nessuno nasce pelandrone né cattivo né delinquente; La gente nasce tutta uguale, e sono solamente gli altri che trattandoti male ti guastano il sangue.

Voto finale: ⭐⭐⭐ 

La tristezza degli angeli - Jón Kalman Stefánsson

 Titolo: La tristezza degli angeli (tit. originale: Harmur englanna)

 Autore: Jón Kalman Stefánsson (Reykjavík 17 dicembre 1963)

Anno di pubblicazione: 2009

Casa editrice: Iperborea

Traduttrice: Silvia Cosimini

Genere: Narrativa straniera


Secondo romanzo della trilogia composta, oltre che da questo titolo, anche da Paradiso e Inferno (2007) e il cuore dell'uomo (2011). La storia è ambientata nei fiordi occidentali è ha come protagonisti principali sono due: Jens, un postino con un carattere duro come il tempo del luogo e con molti pesi nell'animo e un giovane ragazzo orfano che cerca il senso della vita che si ritroveranno, loro malgrado, come compagni di viaggio nei freddi paesaggi islandesi con lo scopo di consegnare la posta agli abitanti sperduti in quelle lande ghiacciate. Questo viaggio porterà i due protagonisti, per ovvie ragioni, ad avvicinarsi uno all'altro infrangendo piano piano il muro che li divide.

I due protagonisti, durante il loro viaggio, incontreranno e alloggeranno presso i pochi abitanti del luogo, permettendo al lettore di avere uno scorcio sulla vita degli abitanti che vivevano in Islanda negli anni a cavallo fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Tra i tanti abitanti faranno la conoscenza di un religioso che vive con la moglie e con alcuni inservienti, il quale ha perso la fede e forse anche il piacere di vivere, anche a causa della monotonia della vita spezzata, di tanto in tanto, dall'arrivo di qualche gruppo di persone che accompagnano un loro caro nell'ultimo viaggio per essere sepolto in terra consacrata. Oppure una famiglia che ha perso la figura femminile, lasciando il marito con i figli e la vecchia nonna a lottare per la sopravvivenza con i pochi mezzi di sostentamento.

E leggendo questo romanzo, oltre alla poeticità della prosa e delle belle riflessioni fatte dal ragazzo protagonista del romanzo, molti sono gli aspetti che mi hanno colpito e fatto riflettere: la prima è che, nonostante l'estrema povertà che soffrono gli abitanti durante i lunghi mesi invernali, sono molto ospitali con i nuovi venuti e pronti a condividere anche quel poco che hanno (anche se questo significherà per loro stringere ancora di più la cinghia). La seconda è che, in questi luoghi, anche i morti devono adeguarsi al clima: oltre al dover trovare gente giovane e forte disponibile a trasportare il corpo per chilometri e chilometri per raggiungere il cimitero più vicino (il che, data la notevole distanza fra le diverse persone, poteva richiedere anche diverse settimane) in molti casi i corpi venivano semplicemente conservati nella neve fino a quando il tempo non migliorava permettendo un più agile e sicuro trasporto della salma.

Sicuramente è una lettura interessante per gli innumerevoli scorci sulla vita degli islandesi e sulle numerose riflessioni che il testo porta a fare. Sebbene non abbia letto il primo volume, consiglio la lettura dei volumi in ordine di pubblicazione per avere, probabilmente, una visione ancora più completa dei protagonisti di questo romanzo e di quello successivo.

Citazione preferita:

Cos'è la responsabilità? Non è forse aiutare gli altri al punto da mettere a rischio la propria vita? Se non varchi la distanza che porta all'altro, le tue giornate si riempiranno di un suono vuoto. La vita è facile solo per quelli che non hanno morale, del resto se la cavano anche bene e abitano in grandi case.


Voto finale: ⭐⭐⭐⭐ 

In Cammino con... Manuela Vinario