La voce Rubata: aprile - ottobre 1989 - Gian Luca Oliveri

Titolo: La voce rubata: aprile - ottobre 1989

Autore: Gian Luca Oliveri (1969)

Anno di pubblicazione: 2021

Casa editrice: ---

Traduttore: ---

Genere: Narrativa contemporanea

Il romanzo si svolge alla fine degli anni 80 e ha luogo principalmente a Milano. I protagonisti della storia sono principalmente due: Edoardo («era un ragazzo di diciotto anni, compiuti da poco più di una settimana. Frequentava uno dei prestigiosi istituti scolastici privati milanesi, gestito dai padri gesuiti e diviso fra scuola elementare, media e liceo classico e scientifico») e Michele («aveva il colore della cera, i lineamenti morbidi, le labbra porpora e gli occhi lilla. I suoi capelli erano del colore delle spiagge di sabbia rossa. Sotto la luce della lampada, finissimi toni ocra seguivano il movimento dei capelli che spiovevano morbidi sul viso.») entrambi omosessuali e di cui vedremo, nel corso del romanzo, l'evoluzione del loro rapporto e amore. 


Il romanzo affronta diverse tematiche: la prima è ovviamente l'omosessualità che è il cardine del romanzo, con un viaggio interiore nell'animo dei protagonisti (soprattutto di Edoardo che, in un primo momento, cercherà di negare a se stesso in primo luogo i suoi sentimenti per alcuni dei ragazzi che incontrerà «Quella sera, Edoardo capì quanto si vergognasse a desiderare un altro uomo»). Il secondo è l'uso di stupefacenti e di droghe che avrà anche un certo peso nel prosieguo del romanzo, che ho visto come un ammonimento ai giovani lettori (ma non solo) nell'evitare di approcciarsi a tali sostanze, dannose sia a chi le assume ma anche ai rapporti con le persone a cui si tiene. L'ultima tematica che ho visto nel romanzo, sebbene non di primaria importanza come le prime due, è il rapporto genitori/figli che viene fuori dalle storie di Edoardo, Michele e di Mya (un'amica d'infanzia di Edoardo). 

Un personaggio che ho molto apprezzato è Ester Becker («era vicina alla cinquantina, ma il tempo non le aveva avvelenato l'eleganza del sorriso, piuttosto le aveva esaltato la saggezza») per come si approccia al protagonista, aiutandolo nell'accettazione di se stesso.

La storia di questo romanzo ci permette di seguire il protagonista nell'accettazione della sua omosessualità, nel vivere le sue emozioni e le sue sofferenze. La scrittura dell'autore rende molto scorrevole e rapida la lettura senza però perdere forza con un finale che, a me, ha fatto venire le lacrime agli occhi. Sicuramente è un libro che consiglio, che si legge in un paio di giorni e che sicuramente farà emozionare la maggior parte dei lettori che lo approcceranno. 

Citazione preferita:  

E cosa c'è di sbagliato nell'essere diverso? Sbagliato è fingere di essere quello che non si è.


Voto finale: ⭐⭐⭐⭐⭐ 



La pietra del sangue - Noemi Farinasso

Titolo: La pietra del sangue

Autore: Noemi Farinasso ( Saluzzo - 2003)

Anno di pubblicazione: 2020

Casa editrice: Fusta editore

Traduttrice: ---

Genere: Fantasy


Il romanzo, scritto d'esordio di Noemi Farinasso, è ambientato in un mondo in cui a dominare è il rigore estremo («le leggi imponevano ad ogni individuo di mangiare esclusivamente cibi biologici e per lo più freddi per evitare l'emissione di sostanze inquinanti. Le ore di riposo erano quattro al giorno e non ci si poteva mai permettere ore di svago; per questa illecita libertà si poteva addirittura venire condannati a morte») e i bambini erano obbligati a studiare e dedicarsi alle scienze fin dalla più tenera età. Un giorno, durante una ricerca scientifica scolastica, la protagonista vede due suoi compagni venire rapiti da personaggi poco raccomandabili, ma apparentemente il giorno dopo nessuno sembra ricordarsi di questi due ragazzi. La medesima  cosa accadrà nei giorni seguenti, durante i quali altre coppie di ragazzi spariranno rapidamente rimpiazzati da una nuova coppia fino a quando verrà anche il turno della protagonista. Si ritroverà dunque nel palazzo del presidente locale, il quale rapisce bambini per trovare un misterioso essere più potente di chiunque altro in quel mondo («una terribile minaccia incombe sui cinque regni dei fiveblanc. Crescerà e si insinuerà silenziosamente, preparandosi a distruggere ogni cosa e nemmeno io potrò impedirlo.») E da questo rapimento in poi che inizieranno tutti gli eventi che porteranno la protagonista a porsi tante domande e a cercare risposte su se stessa, cercando di salvare il regno in cui lei e la sua famiglia vivono. 


 I protagonisti sono molti, ma i principali a mio giudizio sono:

• Stone, una ragazza apparentemente normale ma che a differenza di altri ha nel suo corpo sangui di colore diverso: («All'improvviso il sangue mi macchiò i pantaloni. Notai che non aveva il tipico colore rosso; dalla gamba scorrevano goccioline di sangue blu, dal braccio di sangue giallo e solo dal ventre di sangue rosso») e con al collo un misterioso ciondolo di pietra

• James, un ragazzo dall'aria taciturna e che si isola dagli altri, definito dai suoi compagni di scuola "il muto" e con un passato piuttosto turbolento e problematico e sua sorella gemella Lane.

• Maxime, Ferald, Esad, Vincent e Olter. Cnque fratelli che gestiscono ognuno uno dei cinque regni in cui il loro padre ha diviso il mondo da lui creato («A Maxime diedi Gold, il regno più a nord, il più freddo, che rispecchiava la personalità del mio primogenito. (...) A Ferald diedi Rupe che si trovava al centro ed era il regno a cui tenevo di più. (...) Ad Esad diedi Rubit, il regno ad Est, bagnato da un mare calmo. (...) A Vincent diedi Bellum, il regno ad ovest, bagnato da un mare perennemente in tempesta. (...) Infine, ad Olter, diedi Zeld, il regno a sud. Era molto caldo e il popolo che vi abitava era cordiale e avrebbe amato l'entusiasmo di Olter»)

La storia, che parte subito con una buona dose di misteri, avrà un crescendo che porterà il lettore a scavare sempre più in profondità nella vita di molti dei protagonisti della storia, permettendogli di capire anche il perché di certe scelte e comportamenti che all'inizio ci sembreranno crudeli o strani. Sicuramente non vi sono tempi morti durante il racconto, in quanto o verranno approfonditi elementi precedentemente presentati o ne verranno introdotti di nuovi. A mio giudizio, i filoni narrativi cardine di questo romanzo sono principalmente due: il primo è la volontà della protagonista di comprendere il motivo della sua diversità e degli strani avvenimenti che la circondano e il secondo è il rapporto che si instaurerà fra Stone e James. In questo testo ho percepito due tematiche principali: l'accettazione della propria e altrui diversità (e unicità) e la necessità di far prevalere, nel rapporto con gli altri, l'amore  all'odio, punti focali che ogni società dovrebbe avere; Il finale sicuramente riuscirà a toccare e commuovere molti lettori, che durante la storia avranno avuto modo di empatizzare con uno o più dei protagonisti. 

Per essere un libro d'esordio, è un ottimo testo che da buone basi per successivi libri ambientati nel medesimo mondo o in mondi diversi. Se volete una breve storia da leggere in una giornata che vi faccia emozionare, viaggiare con la fantasia e, perché no, ragionare su le tematiche da me individuate, questo è il libro per voi.

Citazione preferita: 

Il problema non erano le bugie, bensì la forza che trasmettevano una volta dette, la corazza che creavano era ammaliante e rapiva la mente delle sue sfortunate vittime.

Voto finale: ⭐⭐⭐⭐ 

L'orto fascista - Ernesto Masina

 Titolo: L'orto fascista

 Autore: Ernesto Masina (Libia 1935)

Anno di pubblicazione: 2013

Casa editrice: Pietro macchione editore

Traduttrice: ---

Genere: Narrativa contemporanea

Ci troviamo in Val Camonica durante la seconda guerra mondiale, durante l'occupazione tedesca del nord Italia. Nello specifico ci troviamo a Breno, in provincia di Brescia. In questo piccolo paese l'arrivo di un gruppo di sei militari tedeschi porterà scompiglio e diversi malumori nella popolazione locale, portando alcuni di essi ad organizzare un piccolo attentato per dare una lezione agli odiati invasori («Russì, così non si può andare avanti, siamo diventati tutti delle signorine. Capisci, se i tedeschi tengono in scacco tutto un paese, tutta una valle... E noi non facciamo niente. Cacciamo giù tutto come se fosse naturale. A quelli dobbiamo dare una lezione»). Ma le cose non andranno per il verso giusto e i protagonisti si troveranno coinvolti in situazione tragicomiche. E a questo clima eversivo non rimarranno esenti neanche i bambini, anch'essi in questo clima rivoluzionario. 


I protagonisti che si alterneranno sono molti, appartenenti ad ambo gli schieramenti:

• La signora Lucia, insegnante del paese e moglie del podestà del luogo (Benvenuto Bertoli)

• Don Pompeo, sacerdote della parrocchia di Breno filofascista, che usa le confessioni dei parrocchiani e le chiacchere in paese come fonti per denunce alla polizia fascista (OVRA)

• Il signor Temperini, farmacista del luogo con la fama di essere un donnaiolo 

• Russì, un uomo che viveva prettamente sui monti e che scendeva in paese molto di rado per approvvigionarsi di beni e che, a causa della perdita di suo fratello durante il primo conflitto mondiale, ce l'ha a morte con i tedeschi

• Martin Bascià, un uomo arrivato in paese insieme alla zia che, raccogliendo metallo, carta e vetro a Breno e nel circondario è riuscito a crearsi una piccola fortuna

• Franz, un bottegaio tedesco che, a causa del conflitto, si è trovato a svolgere lo Sturmführer e copre la carica di Hauptmann Reserve Comandante del presidio tedesco di Breno.

Il mio personaggio preferito, che non ho citato in precedenza, è Don Arlocchi («Don Arlocchi stava togliendosi i paramenti pregustando il ritorno nella sua povera casa, dove avrebbe però trovato un caffellatte ben caldo., con i biscotti che la sua vecchia perpetua gli preparava freschi ogni due giorni. Era il momento migliore di tutta la giornata e quel piccolo peccato di gola si ripeteva tutte le mattine alle sette, perché lui, da anni, era stato incaricato di officiare la prima messa.»). Il vice parroco si troverà, suo malgrado, coinvolto nelle vicende tragicomiche che seguiranno l'attentato e che ne sottolineeranno l'estrema umanità e semplicità del personaggio che nonostante si trovi davanti ad una situazione mai affrontata cercherà di trovare una quadra per, come si dice, salvare capra e cavoli. E' questa semplicità, unita agli sforzi che farà per trovare una soluzione, che mi ha fatto amare questo personaggio.

Il libro è un interessante romanzo storico che, nonostante abbia come sfondo la guerra, riesce ad essere a tratti anche comico e che riesce a regalare qualche ora di leggerezza al lettore. I personaggi, tutti ben descritti e caratterizzati, li ho trovati molti realistici con i loro pregi e le loro difetti. Nonostante sia un romanzo d'esordio, è scritto molto bene e lo consiglio a tutti coloro che vogliono una bella storia da leggere nel fine settimana o alla sera prima di coricarsi per rilassarsi un po'.

Citazione preferita (SPOILER ALLERT!): 

Quando l'autocarro ritornò sulla piazza, l'autista la trovò occupata da centinaia di persone. Uomini e donne di tutte le età, immobili, in silenzio. Non erano venuti ad assistere alla partenza del nemico sconfitto, ma per un atto di pietà verso il suicida. Rispetto che forse solo gli italiani hanno verso la morte, chiunque essa abbia colpito.

Voto finale: ⭐⭐⭐⭐⭐

In Cammino con... Manuela Vinario