La Stagione dei Lupi - James Fowler




Titolo: La Stagione dei Lupi

Autore: James Fowler

Anno di pubblicazione: 2022

Casa editrice: Black and White Edizioni

Traduttore: ---

Genere: Poesia

Numero di pagine: 176


Chi di noi non è mai stato innamorato di un'altra persona? E chi lo è stato sa cosa si prova in ogni passaggio della relazione dagli albori fino alla, ahimè non tanto rara, fine della stessa.


Il libro di cui vi parlo però non  è un romanzo ma una raccolta di brevi poesie, quasi degli haiku oserei dire, che appunto descrivono un arco narrativo dall'innamoramento di un uomo per una donna fino alla fine di questa esperienza che, purtroppo per lui, non finisce con un lieto fine. Tramite questi brevi componimenti, proveremo le sue emozioni, leggeremo le sue impressioni e le sue riflessioni sull'amore. 


Il libro si legge relativamente in poco tempo ma, per quanto mi riguarda, ritengo che meriti più di una lettura per potersi godere le brevi poesie al meglio e per meditare su alcune di esse che possono essere senza dubbio un punto di partenza per interessanti discussioni sul tema dell'amore. Sicuramente con letture successive si potranno trovare lati che prima non si erano visti o aspetti che erano sfuggiti. Senza dubbio è una lettura piacevole adatta anche a chi non ha molto tempo da dedicare alla lettura o che può dedicarsi ad essa per brevi periodi di tempo. Per i lettori forti sarà un breve viaggio ma molto intenso, un viaggio che come detto prima potrebbe variare di lettura in lettura.


Citazione preferita:


 Il sorriso

è l'armatura

delle persone forti


Voto finale:

⭐⭐⭐⭐ 

Trappola a Boscolungo - Laura Costantini & Loredana Falcone

 


Titolo: Trappola a Boscolungo 


Autore: Laura Costantini - Loredana Falcone

Anno di pubblicazione: 2022

Casa editrice: Nua

Traduttore: ---

Genere: Thriller

Numero di pagine: 290



E se per poter accedere all'eredita di un vostro parente doveste partecipare ad una sorta di caccia al tesoro, come reagireste? 


La storia comincia con un gruppo di persone riunite per un funerale di una persona che ha un legame con ognuno di essi, Batolomeo Zoldan. I presenti invece, come detto, sono legati a lui da diversi legami: Melania, vedova del figlio primogenito di Bartolomeo; Guglielmo, figlio di Bartolomeo; Clarissa, segretaria del defunto e uno sconosciuto, di cui si scoprirà in seguito l'identità. Al termine del funerale, i quattro si riuniranno nell'ufficio del defunto nel quale scopriranno, per bocca del notaio Stefano Reale, il testamento. Ma cosa prevede questo testamento? Una caccia al tesoro per vedere chi è il più degno per ricevere la sua eredità («Avrete a disposizione quattro settimane a partire da adesso. In questo lasso di tempo dovrete partecipare ad una caccia al tesoro, dove il tesoro è la chiave magnetica che apre la cassaforte alla vostra destra...»). Ma per partecipare alla caccia al tesoro dovranno rimanere completamente isolati dal mondo, senza telefoni, smartophone e simili. Per coloro che non vogliono partecipare è disponibile un pacchetto di azioni dell'azienda di famiglia. Parteciperanno tutti alla caccia oppure alcuni si ritireranno? E chi vincerà questa caccia al tesoro?


Il romanzo, un giallo, si articola in capitoli a cui è legato un indizio della caccia al tesoro. Ogni indizio è legato ad un'opera di Leopardi, autore di cui il defunto era appassionato («Mio padre ha sempre odiato i perdenti, eppure amava Leopardi») e che farà da filo conduttore dall'inizio alla fine. Ogni indizio porterà con se anche imprevisti, colpi di scena, incidenti e financo misteriose sparizioni in un susseguirsi di alleanze create e rotte e dopo nuovamente ricreate farcite di sospetti, doppigiochi e quant'altro.


Gli appassionati di gialli non si annoieranno e anzi troveranno sicuramente un libro appassionante che li guiderà insieme ai protagonisti alla ricerca degli indizi e della soluzione finale, che lascerà i lettori a bocca aperta.


Citazione preferita


«Un buon libro, una tisana, il fuoco acceso e il gatto a ronfarle in grembo. Clarissa si sorprese a pensare che anche solo per non rinunciare a momenti come quello, avrebbe potuto accettare la sfida di Bartolomeo e partecipare alla caccia.»


Voto finale:


⭐⭐⭐⭐

Hypnosis - Karen Coles

 


Titolo: Hypnosis



Autore: Karen Coles


Anno di pubblicazione: 202


Casa editrice: Neri Pozza - Beat


Traduttore: Luigi Maria Sponzilli


Genere: Narrativa Storica


Numero di pagine: 288



Lo sappiamo tutti, i manicomi non sono mai stati luoghi di gioia e serenità ma spesso e volentieri luoghi di abusi, maltrattamenti e anche terribili esperimenti. E molto spesso, i pazienti vengono tenuti sotto farmaci che, invece che guarirli, peggiorano le loro condizioni fisiche e mentali ed una di queste persone è la protagonista di questo romanzo 


La nostra protagonista si chiama Maud, una ventisettenne chiusa nel manicomio di Angelton da 5 anni ma, dei ventidue anni che hanno preceduto questo intermaneto non ricorda nulla. E' una paziente problematica che in passato ha anche tentato di strangolare uno dei medici della struttura, il dottor Womack, e tenuta rinchiusa nella sua stanza per non arrecare danno alle internate e ai lavoratori del manicomio. Ma la sua vita cambierà quando. Un giorno, un medico giunge al manicomio per tentare una nuova tecnica per curare le pazienti: il dottor Dimmond. Con Maud e altre pazienti tenterà la via dell'ipnosi per scavare nel passato delle pazienti e capire cosa le ha portate alla pazzia e poterle in questo modo curarle. A Maud darà un quaderno e una matita («Vorrei che tu annotassi tutto ciò che ricordi del tuo passato, qualunque cosa. Anche i dettagli più insignificanti saranno d'aiuto»). Maud con l'aiuto del dottor Dimmond sembra migliorare ma il dottor Womack cercherà di ostacolare questo miglioramento. Cosa lo spinge a farlo? Ci riuscirà?


La storia narrata è molto interessante, sopratutto come i ricordi che emergono dalle sedute di ipnosi inframezzano la storia principale, portando il lettore ad ottenere sempre più consapevolezza di cosa ha portato la protagonista in quel luogo e delle sofferenze che ha subito. Anche i personaggi mi sono piaciuti, sopratutto mi ha colpito l'umanità del dott. Dimmond che riuscirà a conquistare man mano la fiducia della paziente, guidandola alla scoperta della sua storia.


E' sicuramente un romanzo diverso dal solito è che ha dei fondamenti considerando che l'autrice abita in una città con tre manicomi (i quali hanno ispirato la storia) e quindi sicuramente ha avuto delle buone basi da cui partire per costruire la sua storia. Una lettura consigliata a tutti.


Citazione preferita: 


«Soffrivi - e soffri ancora - ma la sofferenza non è una malattia, è il prezzo dell'amore.»


Voto finale:

⭐⭐⭐⭐


In Cammino con... Daniele Benzi

Benvenuti lettori e lettrici, torniamo a camminare. Questa volta siamo in compagnia di Daniele Benzi autore di Una mente piena di cui troverete presto la recensione qua sul blog. Vi invito come sempre a seguire l'autore sui suoi social (Ig: @_danielebenzi_) per eventuali aggiornamenti sulla sua attività letteraria. Concludo ringraziandolo per la sua gentilezza e disponibilità nel concedermi un'intervista 😊 





Quando ha deciso di iniziare a scrivere e cosa o chi l'ha spinto a farlo? 

Mostravo interesse nei confronti della scrittura già durante la scuola elementare, mi è sempre piaciuto esprimermi sotto varie forme. Ho iniziato sul serio a sedici anni, in occasione di un progetto scolastico che ha riacceso in me tale passione, accantonata da un po’ di tempo. In generale, ciò che mi porta a voler scrivere è la mia tendenza ad esternare i miei pensieri e sentimenti, mettendoli nero su bianco. Direi anche e soprattutto la mia ossessione di lasciare una traccia indelebile di me nel mondo.


Ha abitudini durante la stesura dei suoi libri: orario, musica, luogo,...?


Per quanto riguarda l’orario prediligo la sera o addirittura la notte. Mi sento più concentrato, senza distrazioni esterne e senza confusione intorno. Di solito scrivo in camera mia, al computer, con la porta chiusa e in silenzio. Se proprio mi concedo un po’ di musica, si tratta di beat lo-fi hip hop, rilassanti e che aiutano a concentrarsi.


Scrivendo ha seguito una scaletta o ha scritto la storia di getto?


Ho raccolto un bel po’ di materiale di getto, per poi effettuare una scrematura. Ho scelto una parte del materiale e le ho dato un senso logico, fino ad ottenere quello che è il risultato finale. Quando ho iniziato a scrivere non avevo una scaletta in mente, soltanto il concetto.


Ci sono delle parti del romanzo o dei personaggi che, col senno di poi, modificherebbe o eliminerebbe del tutto? E perché?


Trattandosi di un saggio che verte su argomenti astratti e psicologici, si basa strettamente sulla mia maturità mentale, e sui ragionamenti propri di un certo periodo. L’opera è stata pubblicata più di un anno fa, e nel frattempo credo di essermi evoluto come persona. Non eliminerei nulla, semplicemente aggiornerei alcune parti in base alla mia evoluzione mentale. O forse no, dato che ogni opera fotografa un determinato momento della vita. In conclusione, no, non modificherei nemmeno nulla.


Cosa ha provato una volta terminato il romanzo?


Una soddisfazione incommensurabile. Non parlo nemmeno di quando ho potuto toccare con mano una copia fisica dell’opera per la prima volta. Finalmente l’impegno e tutti gli sforzi avevano una forma, il prodotto era stato creato ed era uscito dalle quattro mura di casa mia, per andare chissà dove. Spero nel cuore di più persone possibile.


Qual è stato il primo libro che l'ha fatta appassionare alla lettura?


A dire il vero non ne ho uno. Paradossalmente non sono mai stato un grande lettore, giusto negli ultimi tempi mi sto avvicinando alla lettura. Ho sempre preferito mettermi in gioco in prima persona e scrivere. Per citarne uno, ho adorato “Padre ricco padre povero” di Robert Kiyosaki.


Se dovesse associare una canzone al suo libro, quale sarebbe?


Credo “5:32 PM” di The Deli. È un beat lo-fi hip hop, credo che si intoni con il mood riflessivo ed introspettivo del libro.


Dove o da chi ha trovato l'ispirazione per questo libro?


Tutto nasce da ragionamenti personali, dall’introspezione, perciò da me stesso. A mia volta, io analizzo gli stimoli che recepisco dall’ambiente circostante.


Quali sono, secondo lei, gli aspetti positivi e negativi dell'essere uno scrittore?


Sinceramente non saprei, non so nemmeno se ancora possa definirmi come uno scrittore. Questo devo ancora inquadrarlo. A pelle, direi che esprimere la propria interiorità aiuta a prescindere. È utile per comprendersi di più e per trovare un equilibrio interiore, lasciando una traccia di sé, giungendo agli atri tramite la propria arte. 


Qual è, se ne ha uno, il suo argomento preferito del libro? E perché?


Bella domanda, tutto mi sta a cuore perciò è difficile scegliere. Direi il concetto di “impicciarsi”, perché spinge il lettore a vivere la sua vita da protagonista e non da semplice spettatore. Apprezzo molto anche il tema dei canoni sociali, che mi tocca molto personalmente.


Se avesse l'opportunità di scrivere un romanzo a quattro mani con un qualsiasi autore, del presente o del passato, quale sarebbe e perché?


Sinceramente di romanzi non me ne intendo molto, prediligo altri generi, però mi piacerebbe scrivere un saggio con Robert Kiyosaki, annullando ipoteticamente le barriere linguistiche. 


Ha piacere di dire qualcosa ai lettori del blog e in genere a chi leggerà il suo libro?


Esplorate sempre, anche se a tratti può sembrare poco produttivo, o addirittura inutile. Esplorate l’ambiente circostante e voi stessi, tramite l’introspezione, con brutale onestà. Solo in questo modo si può sperare di crescere. Ho concepito il mio primo libro seguendo proprio questo spirito. Se deciderete di cimentarvi nella lettura di esso, vi auguro buon viaggio.


In Cammino con... Vincenzo Pastore

Benvenuti lettori e lettrici, torniamo a camminare. Questa volta siamo in compagnia di Vincenzo Pastore, autore di Ed era notte di cui troverete presto la recensione qua sul blog. Vi invito come sempre a seguire l'autore sui suoi social (Ig: @vince_82_2 ) per eventuali aggiornamenti sulla sua attività letteraria. Concludo ringraziandolo per la sua gentilezza e disponibilità nel concedermi un'intervista 😊 



Quando ha deciso di iniziare a scrivere e cosa o chi l'ha spinto a farlo?


Qualche anno fa, nel 2018. Il mio primo racconto, Adriatica’98, è del 2020. Ho iniziato a scrivere come conseguenza alla passione per la lettura e sotto la spinta di un libro, Diario di Scuola di Pennac, che ho trovato molto vicino alla mia esperienza. Come l’Autore, anch’io sono insegnante. 


Ha abitudini durante la stesura dei suoi libri: orario, musica, luogo,...?


Solitamente scrivo nel pomeriggio o a sera, quando sbrigo le mie faccende familiari, dopo una buona lettura. Non c’è un luogo preciso, ma spesso mi metto comodo sul divano. Non ascolto musica ma la musica ispira i miei lavori. 


Scrivendo ha seguito una scaletta o ha scritto la storia di getto?


Scrivo di getto. Sono uno che segue il flusso dei pensieri.


Ci sono delle parti del romanzo o dei personaggi che, col senno di poi, modificherebbe o eliminerebbe del tutto? E perché?


Si tutto può essere migliorato. Ad esempio ho intenzione di riprendere il mio primo racconto e farne un romanzo, perché il mio personaggio è un po’ passivo nell’evolversi degli eventi. Per capirci, mancano le sue riflessioni. 


Cosa ha provato una volta terminato il romanzo?


È sempre bello portare a termine il lavoro. Si prova anche trepidazione e un senso di incertezza sulla reazione che la gente avrà quando lo leggerà. 


Qual è stato il primo libro che lmetta appassionare alla lettura?


Forse il Nome della Rosa di Eco, la mia prima vera lettura non imposta dalla scuola. 


Se dovesse associare una canzone al suo libro, quale sarebbe?


Pur essendo un libro legato al mondo della religiosità, direi Map of Problematique dei Muse. 


Dove o da chi ha trovato l'ispirazione per questo libro?


Sicuramente dall’esperienza di fede personale e dalla fatica che il cristianesimo sta facendo in questo determinato periodo storico.


Quali sono, secondo lei, gli aspetti positivi e negativi dell'essere uno scrittore?


Bella domanda. L’aspetto positivo è quello di incontrare, attraverso le proprie parole, la gente e di lasciare qualcosa nei loro cuori o condividere stesse impressioni o situazioni. Eccesiva competitività e ambizione potrebbero essere gli aspetti negativi dello scrittore, anche se finora ho trovato autori, emergenti come me, con i quali ci si da la mano. 

Qual è, se ne ha uno, il suo personaggio preferito del libro? E perché?


Sono affezionato al buon Soldato Schvejk perché, nella sua goffaggine e inettitudine, riesce sempre a cavarsela. 


Se avesse l'opportunità di scrivere un romanzo a quattro mani con un qualsiasi autore, del presente o del passato, quale sarebbe e perché?


Mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa con Enrico Brizzi o com Irvine Welsh. 


Ha piacere di dire qualcosa ai lettori del blog e in genere a chi leggerà il suo libro?


Intanto un saluto affettuoso ai lettori del blog che hanno potuto leggere questa mia esperienza e che hanno avuto modo di conoscermi . Se mai dovessero leggere il mio libro e che lo possano trovare interessante e sorprendente perché, aldilà dell’aspetto religioso che permea la storia, si troveranno davanti ad un vero e proprio romanzo

In Cammino con... Manuela Vinario