Anno 2.68 - La Réunion - David Tito Lainé

Titolo: Anno 2.68 - La reunión

Autore: David Tito Lainé

Anno di pubblicazione: 2021

Casa editrice: Autopubblicazione

Traduttore: ---

Genere: Fantascienza

Il romanzo si svolge, come dice il titolo, nell'annno 2.68. Questa datazione entrò in vigore in seguito alla rarefazione totale dell'aria («Mi trovo nell'anno 2.68. Quando tutta l'umanità si convinse che gli era stata data una seconda opportunità sopravvivendo alla rarefazione totale dell'aria, iniziò a contare cosí gli anni»). Il protagonista è René («Aveva occhi verdi, ingialliti sicuramente dai troppi vizi e dalle più svariate forme di piacere. I pochi capelli rimasti erano mediamente corti e sui lati del cranio, rasati, due bande di co- lore blu intenso ornavano le tempie fin dietro le orecchie. Le borse sotto gli occhi lasciavano intendere non fosse un grande amico di Morfeo. Portava un anello d’argento al lobo sinistro, sembrava pregiato dalla raffinata lavorazione del metallo, probabilmente ereditato dai Primi.») che si sveglia senza sapere dove di trova, ferito ad una gamba. All'improvviso bussano alla porta, ma il nostro protagonista non sa chi sia a bussare: sarà un amico o un nemico? 


Il libro è un enorme puzzle, fatto di intrighi, tradimenti, cose non dette o dette a metà e man mano che si procederà nella lettura verranno aggiunti via via tutti i tasselli che serviranno a completare questo puzzle ottenendo il quadro completo della vicenda. Lodevole è il lavoro svolto dall'autore nel creare un mondo parallelo con tutta la sua terminologia specifica e la struttura della società e delle persone che lo abitano, rendendo il tutto molto più reale e profondo. A tale proposito, personalmente avrei molto apprezzato un glossario (ad inizio o fine libro) di tutta la terminologia utilizzata, da poter consultare all'occorrenza. Inoltre, nonostante abbia compreso la ragione che ha portato l'autore a ripetere spesso frasi, parole o situazioni, in tutta onestà ha appesantito la mia lettura, mentre sicuramente altri lettori apprezzeranno questa scelta letteraria.

In conclusione, sicuramente consiglio la lettura di questo romanzo fantascientifico ovviamente agli amanti del genere, che troveranno in esso un'ottima lettura, sia a coloro che desiderano qualcosa di diverso da leggere. 

Citazione preferita:

Che cosa è l’amore se non un morire
all’altro… Per mia scelta sono morta molte altre volte per lui. Di diverso, adesso, c’è solamente che la morte riguarda il corpo.
˗ Vorrei poter amare come te un giorno.
˗ Non si sceglie di farlo, siamo nati per questo,dobbiamo solo accettarlo e lasciare che accadasenza egoismi… un po’ come col Nihon.

Voto finale: ⭐⭐⭐✨

In cammino con... Sabrina Oddo

Prima di iniziare questa intervista, come sempre ritengo doveroso ringraziare l'autrice (Sabrina Oddo, @sbry_o su Instagram) sia per la copia digitale del suo romanzo (di cui potete trovare la recensione qua sul blog, Soltanto il nome) sia per avermi concesso questa camminata con lei. Ed ora, cominciamo a passeggiare con lei, buona lettura!

1) Quando hai deciso di iniziare a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Scrivere per me è un atto quotidiano. Scrivo da sempre;  da bambina ho sempre avuto diari su cui annotare pensieri e sogni. 

Ma la decisione di scrivere "Soltanto il nome" l'ho presa qualche anno fa, quando ho stabilito che dovevo dare una svolta alla mia vita e dire finalmente la verità, taciuta per troppo tempo. 

2) Hai abitudini durante la stesura dei romanzi: orario, musica, luogo?

L'unica abitudine è l'isolamento. "Scrivo quando le parole vengono a cercarmi", di notte, di giorno, in strada, al lavoro; annoto i pensieri su quello che mi capita: foglietti, post it, cellulare e poi riporto su PC appena riesco. Ho scritto un libro soltanto, a parte un breviario di aforismi (il cielo è fatto di sospiri) ed essendo autobiografico era tutto nella testa... e nella pancia.

3) Scrivendo segui una scaletta o scrivi la storia man mano che vai avanti?

Scrivo di getto, sempre! Solo dopo molto, rileggo e correggo, rileggo e correggo. A volte stravolgo tutto e ricomincio. 

4) Cosa provi una volta terminato il romanzo?

Posso dirti cosa ho provato al termine di questa mia opera prima (e chissà forse l'unica): un senso di liberazione, di sollievo. Il peso che mi sono portata dietro per oltre 20 anni è stato pesantissimo e liberarmene mi ha svuotata e mi ha dato nuova energia.

5) Qual è stato il primo libro che hai letto? 

A parte i testi scolastici, classifico come primo libro letto importante a 13 anni "A volte ritornano" di Stephen King, che cito anche in "Soltanto il nome". 

6) Se dovessi associare una canzone al tuo libro, quale sarebbe? 

Questa è una domanda che mi sono fatta spesso anche io e devo dire che molte canzoni si abbinano bene all'intensità della storia, ma tra tutte, quella che mi sembra più appropriata e che mi piace di più è "Maneggiami con cura" di Michele Bravi e che definirei come "La fragilità che impara a proteggersi" dalle sofferenze della vita. 

7) Nel romanzo vi sono molte persone che ti hanno indubbiamente influenzato, sia positivamente che negativamente. Tra tutte queste, chi ha avuto l'influenza maggiore sul tuo carattere, sulla donna che sei diventata oggi?

Le persone che hanno maggiormente influenzato il mio carattere sono state assolutamente mia madre e mio nonno. Quest'ultimo mi ha insegnato la bontà d'animo e il senso di protezione nei confronti dei più deboli. Mi ha insegnato i valori importanti quali il rispetto, il dovere nonché il diritto alla libertà. 

Mia madre, come cito nel libro, è stata per me un esempio di forza e coraggio e mi ha trasmesso la passione per la bellezza del mondo e della vita. Nonostante la menzogna, è stata una pura e per me lei è il progetto più grande. Il libro infatti è dedicato a lei.

8) Se un ragazzo o una ragazza, in una situazione similare a quella che tu hai descritto nel romanzo, leggesse questa intervista e di conseguenza il libro, cosa ti sentiresti di dirgli/le?

Sicuramente non è facile dare consigli a qualcuno che si trovi in una situazione simile, perché ogni persona è diversa e affronta ogni cosa in maniera diversa. Ma forse direi di non accettare compromessi e non far passare troppo tempo, ma decidere. Quando una certa situazione ci fa star male e si protrae nel tempo senza sistemarsi o migliorare, è inutile provare ad accomodare, aspettare, restare. Meglio vivere la propria vita altrove ed essere felici.

9) Hai piacere di dire qualcosa ai lettori del blog e in genere a chi leggerà il tuo libro?

Sicuramente GRAZIE, a chi vorrà darmi fiducia e leggerà il libro;  a chi, anche grazie a questa intervista, vorrà avvicinarsi alla mia vita e insieme a me, mantenere una promessa fatta 29 anni fa.

Soltanto il nome - Sabrina Oddo

Titolo: Soltanto il nome

Autore: Sabrina Oddo

Anno di pubblicazione: 2020

Casa editrice: Autopubblicazione

Traduttore: ---

Genere: autobiografia



Il romanzo é un racconto autobiografico che tratta temi molto forti e sicuramente di difficile lettura. Nel romanzo la vicenda é narrata in terza persona, dal punto di vista della madre spicoterapeuta di un'amica. La protagonista viene seguita dalla sua adolescenza fino alla vita adulta, e verranno messe in evidenza la figura del padre violento («Della sua infanzia , di lui, non ricordava gesti paterni e trasporti affettuosi, parole dolci. Quel padre non riusciva a comprendere la sua sensibilità, probabilmente non gliene importava nemmeno molto e lei lo intuiva fortemente, trovandolo innaturale»), della madre che nonostante la situazione famigliare e una terribile malattia riuscirà sempre a stare accanto alla figlia («tra lei e la madre esisteva un'affinità indissolubile. L'una non poteva fare a meno dell'altra. Loro due si guardavano, e attraverso gli occhi riuscivano a percepire i reciproci pensieri, che risultavano spesso identici come i loro sguardi.» del nonno materno («il nonno era stato il suo vero eroe pur senza grandi gesta; anche se non l'aveva difesa con il corpo, era stato sempre il suo scudo: credendo in lei, amandola come un padre ama sua figlia.») e di una famiglia che preferiva mantenere in piedi equilibri precari piuttosto che cambiare le cose.

Come ho detto all'inizio, i temi sono molti e tutti sicuramente di non facile trattazione da parte dell'autrice sia di lettura per il lettore che vi si approccia, visti i numerosi passaggi in cui ho percepito io stesso dei groppi in gola come fossi io stesso lì presente. Sicuramente non è un libro da leggere a cuore leggero nei ritagli di tempo ma un libro da leggere con calma, per poter comprendere appieno i messaggi e le situazioni che il libro presenta, che personalmente vi invito a fare.

Citazione preferita:

"Gli occhi dicono tutto, si vede dagli occhi se una persona é sincera, devi solo imparare a guardare." E lei, raccontandomelo, concludeva con "... il difficile è imparare"

Voto finale: ⭐⭐⭐⭐⭐

In cammino con... Stefania Enne

Prima di iniziare questa intervista, ritengo doveroso ringraziare l'autrice (Stefania Enne, @stefania_enne su Instagram) sia per la copia digitale del suo romanzo (di cui potete trovare la recensione qua sul blog, Cronache di Luce - volume primo) sia per avermi concesso questa camminata con lei. Ed ora, cominciamo a passeggiare con lei, buona lettura!

1. Quando hai deciso di iniziare a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Ho deciso di scrivere il mio primo romanzo, Il sottile filo che ci unisce, durante la pandemia, precisamente durante il primo lock down. Stare in casa tutto il giorno mi spinse a darmi da fare in modo da rendere le mie giornate piene e fruttuose. Dopo le tante soddisfazioni avute dal mio primo romanzo e dopo aver capito quanto mi divertisse scrivere, ho deciso di pubblicarne un secondo. Ecco come è nato Cronache di luce.

2. Hai qualche abitudine durante la stesura dei romanzi (orari, musica, luoghi,...)?

Durante la stesura di un manoscritto ho bisogno di silenzio assoluto, quindi niente musica, televisione o altre cose che mi possano distrarre. Preferisco scrivere la mattina, ma non ho degli orari fissi. Per non perdere l’ispirazione cerco di scrivere almeno qualche pagina tutti i giorni.

3. Quando scrivi segui una scaletta decisa a priori o costruisci la storia man mano che scrivi?

Seguo una scaletta, anche se spesso gli eventi prendono una piega totalmente diversa da come li avevo immaginati ed impostati. A volte ho come la sensazione che siano i personaggi ad indicarmi la via e a suggerirmi come far procedere la storia mentre la sto scrivendo.

4. Cosa provi una volta terminato il romanzo?

Per prima cosa soddisfazione per il traguardo raggiunto, poi sollievo, perché in fondo anche scrivere richiede tante energia e concentrazione, ed infine anche un po’ di tristezza al pensiero di dover abbandonare i protagonisti delle mie storie dopo essermi affezionata a loro così tanto. Mi riferisco ovviamente al mio primo romanzo che è autoconclusivo. Cronache di Luce è una saga quindi per ora il mio è solo un arrivederci.

5. Quale è stato il primo libro che hai letto?

Non ricordo esattamente qual è stato il primo libro che ho letto. Sicuramente con il tempo mi sono appassionata soprattutto al genere fantasy e a quello romance. Meglio ancora se questi due generi convivono nello stesso romanzo.

6. Nel romanzo parli anche di pietra filosofale. Harry Potter ha avuto una qualche influenza su questa cosa o sulla nascita del romanzo?

Non posso negarlo, adoro Harry Potter, quindi sì, sono stata influenzata anche da questa saga. Tuttavia in Cronache di Luce ho voluto inserire riferimenti anche ad altre opere che i lettori più attenti avranno sicuramente colto.

7. Come sai, il personaggio che preferisco è che più ho apprezzato è quello del principe Ezra. Tu ne hai uno preferito o a cui sei più legata?

Quando creo i protagonisti dei miei romanzi cerco di mettere in ciascuno di loro una caratteristica che me li faccia amare indistintamente. Questo mi impedisce in un certo senso di riuscire a scegliere il mio preferito. È successo anche con Cronache di Luce.

8. Se dovessi associare al tuo libro una canzone, quale sarebbe?

Oddio, proprio non saprei come rispondere a questa domanda. Non penso mai alla musica da poter associare a ciò che scrivo anche perché non ne ascolto durante la stesura. 

9. Hai piacere di dire qualcosa a chi leggerà l'intervista o ai tuoi futuri lettori?

Sicuramente mi sento di ringraziare tutti coloro i quali compreranno e leggeranno i miei romanzi, spendendo tempo e denaro per il mio lavoro e dandomi fiducia. Ci tengo ad aggiungere che per me i feedback dei lettori sono fondamentali. Ovviamente sono ben accetti i complimenti, ma accetto anche le critiche che mi servono per crescere e migliorare come autrice.

In Cammino con... Manuela Vinario