In camino con... Valentina Marchello

Benvenuti lettori e lettrici, nuova camminata in compagnia. Questa volta siamo insieme a Valentina Marchello, autore di Ed era notte di cui troverete presto la recensione qua sul blog. Vi invito come sempre a seguire l'autrice sui suoi social (Ig: @theveeslife ) per eventuali aggiornamenti sulla sua attività letteraria. Concludo ringraziandola per la sua gentilezza e disponibilità nel concedermi un'intervista


 Quando ha deciso di iniziare a scrivere e cosa o chi l'ha spinto a farlo?


La passione della scrittura è sempre stata presente nella mia vita, questa storia in particolare è nata spontaneamente da un pomeriggio di estate afosa. Credo che la noia e il voler far qualcosa siano state le rampe di lancio per la stesura della storia, che - inizialmente - è stata solo pensata seguendo una linea di pensiero che portata a un finale già deciso dal principio, per poi scriverci su una bozza della scaletta e degli eventi.


Ha abitudini durante la stesura dei suoi libri: orario, musica, luogo,...?


La ruotine è farmi una dose di musica che si possa collegare a quel capitolo o a quella parte della storia per poi mettermi in cameretta e scrivere finchè non mi reputo abbastanza soddisfatta, di solito non protaggo le ore per molto tempo anche per dare uno stacco e rinfrescare le idee.


Scrivendo ha seguito una scaletta o ha scritto la storia di getto?


Come detto poco prima faccio una scaletta per mantenere rigide le basi, ma ci sono alcune scene nate per pura ispirazione che si collegavano perfettamente con il proseguire degli eventi. Quindi si, uso una scalatta, ma non è così rigida come sembra.


Ci sono delle parti del romanzo o dei personaggi che, col senno di poi, modificherebbe o eliminerebbe del tutto? E perché?


In realtà no, credo di aver dato una motivazione a tutti i personaggi come se fosse una grande ragnatela che collega il tutto nel clou della storia.


Cosa ha provato una volta terminato il romanzo?


Vuoto. Mi sono messa a piangere, è come se mi avessero tolto il mio bambino, ma mi son detta che erano cresciuti e dovevano vivere nella mente di qualcun altro, quindi andava bene così per quanto doloroso possa essere.


Qual è stato il primo libro che l'ha fatta appassionare alla lettura?


Misery - Stephen King , ma credo che il mio amore più puro sia nato con la scoperta del mio scrittore prefertito, Paolo Giordano, con La solitudine dei numeri primi. Che tra l'altro ho anche citato nel libro.


Se dovesse associare una canzone al suo libro, quale sarebbe?


Gente Tranquilla - Subsonica.

La parte in arabo mi ha ispirato il titolo del libro, la trovo molto verosimile a ciò che accade e cosa il protagonista vede. Diciamo che tutto gira intorno a ciò che succede nella notte, a quella consapevolezza che quel demone che ti tormenta è molto più avvezzo ad attaccare quando nessuno può vedere.


Dove o da chi ha trovato l'ispirazione per questo libro?


Dalla gente comune e in un particolare capitolo - nonchè particolare personaggio - a ciò che è successo a Valentina Pitzalis. Credo di aver dedicato quel libro non solo a lei, ma a chiunque abbia subito un danno così grave e atroce.


Quali sono, secondo lei, gli aspetti positivi e negativi dell'essere uno scrittore?


Gli aspetti positivi sono il creare una connessione tra menti, lo scrittore non fa altro che trasmettere ciò che la sua mente vede e riuscire a far immaginare le stesse cose ad altra gente è pressochè soddisfacente.

Gli aspetti negativi sono la rappresentazione di ciò che è adesso la società, purtroppo non è così comune vedere un giovane con un libro in mano che legge qualcosa di così "banale" come un libro.


Qual è, se ne ha uno, il suo personaggio preferito del libro? E perché?


George Fink: un personaggio la cui accettazione del proprio corpo è un tassello abbastanza difficile nella sua vita. è il personaggio a cui mi sono affezionata di più forse perchè in alcuni aspetti mi assomiglia e questo ha creato una legame tra me e lui, è stato anche uno dei personaggi a cui ho fatto più male e questo ha fatto male anche a me. è complicato spiegare quanto George sia importante per me.


Se avesse l'opportunità di scrivere un romanzo a quattro mani con un qualsiasi autore, del presente o del passato, quale sarebbe e perché?


Che domanda difficile! Mi cogli alla sprovvista perchè ci sono fin troppo scrittori con cui vorrei lavorare, ma anche con cui non mi sento all'altezza per farlo. Ora come ora potrei dire Manzoni per il semplice fatto che ti crea quella suspance di sapere il finale che quando finalmente arriva quasi ti manca tutto l'impegno che ci hai messo nel leggere quell'opera.


Ha piacere di dire qualcosa ai lettori del blog e in genere a chi leggerà il suo libro?


Abbiate pazienza con Stefano, ha i suoi motivi per fare quello che fa! Buona lettura a tutti!


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