In cammino con... Sabrina Oddo

Prima di iniziare questa intervista, come sempre ritengo doveroso ringraziare l'autrice (Sabrina Oddo, @sbry_o su Instagram) sia per la copia digitale del suo romanzo (di cui potete trovare la recensione qua sul blog, Soltanto il nome) sia per avermi concesso questa camminata con lei. Ed ora, cominciamo a passeggiare con lei, buona lettura!

1) Quando hai deciso di iniziare a scrivere e cosa ti ha spinto a farlo?

Scrivere per me è un atto quotidiano. Scrivo da sempre;  da bambina ho sempre avuto diari su cui annotare pensieri e sogni. 

Ma la decisione di scrivere "Soltanto il nome" l'ho presa qualche anno fa, quando ho stabilito che dovevo dare una svolta alla mia vita e dire finalmente la verità, taciuta per troppo tempo. 

2) Hai abitudini durante la stesura dei romanzi: orario, musica, luogo?

L'unica abitudine è l'isolamento. "Scrivo quando le parole vengono a cercarmi", di notte, di giorno, in strada, al lavoro; annoto i pensieri su quello che mi capita: foglietti, post it, cellulare e poi riporto su PC appena riesco. Ho scritto un libro soltanto, a parte un breviario di aforismi (il cielo è fatto di sospiri) ed essendo autobiografico era tutto nella testa... e nella pancia.

3) Scrivendo segui una scaletta o scrivi la storia man mano che vai avanti?

Scrivo di getto, sempre! Solo dopo molto, rileggo e correggo, rileggo e correggo. A volte stravolgo tutto e ricomincio. 

4) Cosa provi una volta terminato il romanzo?

Posso dirti cosa ho provato al termine di questa mia opera prima (e chissà forse l'unica): un senso di liberazione, di sollievo. Il peso che mi sono portata dietro per oltre 20 anni è stato pesantissimo e liberarmene mi ha svuotata e mi ha dato nuova energia.

5) Qual è stato il primo libro che hai letto? 

A parte i testi scolastici, classifico come primo libro letto importante a 13 anni "A volte ritornano" di Stephen King, che cito anche in "Soltanto il nome". 

6) Se dovessi associare una canzone al tuo libro, quale sarebbe? 

Questa è una domanda che mi sono fatta spesso anche io e devo dire che molte canzoni si abbinano bene all'intensità della storia, ma tra tutte, quella che mi sembra più appropriata e che mi piace di più è "Maneggiami con cura" di Michele Bravi e che definirei come "La fragilità che impara a proteggersi" dalle sofferenze della vita. 

7) Nel romanzo vi sono molte persone che ti hanno indubbiamente influenzato, sia positivamente che negativamente. Tra tutte queste, chi ha avuto l'influenza maggiore sul tuo carattere, sulla donna che sei diventata oggi?

Le persone che hanno maggiormente influenzato il mio carattere sono state assolutamente mia madre e mio nonno. Quest'ultimo mi ha insegnato la bontà d'animo e il senso di protezione nei confronti dei più deboli. Mi ha insegnato i valori importanti quali il rispetto, il dovere nonché il diritto alla libertà. 

Mia madre, come cito nel libro, è stata per me un esempio di forza e coraggio e mi ha trasmesso la passione per la bellezza del mondo e della vita. Nonostante la menzogna, è stata una pura e per me lei è il progetto più grande. Il libro infatti è dedicato a lei.

8) Se un ragazzo o una ragazza, in una situazione similare a quella che tu hai descritto nel romanzo, leggesse questa intervista e di conseguenza il libro, cosa ti sentiresti di dirgli/le?

Sicuramente non è facile dare consigli a qualcuno che si trovi in una situazione simile, perché ogni persona è diversa e affronta ogni cosa in maniera diversa. Ma forse direi di non accettare compromessi e non far passare troppo tempo, ma decidere. Quando una certa situazione ci fa star male e si protrae nel tempo senza sistemarsi o migliorare, è inutile provare ad accomodare, aspettare, restare. Meglio vivere la propria vita altrove ed essere felici.

9) Hai piacere di dire qualcosa ai lettori del blog e in genere a chi leggerà il tuo libro?

Sicuramente GRAZIE, a chi vorrà darmi fiducia e leggerà il libro;  a chi, anche grazie a questa intervista, vorrà avvicinarsi alla mia vita e insieme a me, mantenere una promessa fatta 29 anni fa.

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