Sonderkommando - Salmen Gradowski

 Titolo: Sonderkommando (tit. originale: In Harz Fun Gehenom)

Autore: Salmen Gradowski (Suwalki 1909 - Birkenau 1944)

Anno di pubblicazione: 2021 (prima edizione 2002)

Casa editrice: Marsiglio

Traduttore: Anna Schaumann Wolkowicz

Genere: Saggistica

Questo libro è la testimonianza (in seguito sotterrata dall'autore stesso per proteggerla dai nazisti) per coloro che, nella speranza dell'autore, avessero trovato i suoi scritti. L'autore è Salmen Gradowski, membro del sonderkommando nel campo di concentramento di Birkenau, dove purtroppo, l'autore perderà la vita in seguito ad una rivolta. Questa squadra era quella addetta alle camere a gas e ai forni crematori dove venivano portati a morire i prigionieri dei campi di concentramento. Queste squadre avevano diversi compiti, dall'accompagnare i prigionieri nelle camere a gas al controllo dei cadaveri alla ricerca di gioielli o denti d'oro (e il taglio dei capelli nel caso di vittime di sesso femminile) fino allo smaltimento dei cadaveri nei forni crematori. Queste squadre godevano di alcuni vantaggi all'interno del campo ed erano mal visti dagli altri prigionieri, visti quasi come dei traditori del popolo ebraico ed anche in seguito, nelle testimonianze scritte ed orali, queste squadre e uomini venivano spesso e volentieri considerati uomini freddi e cinici («non erano, per la verità, più del tutto uomini. In loro erano scomparsi i sentimenti umani, bruciati nello stesso tempo in cui [erano bruciati] coloro a cui più erano legati. Erano totalmente induriti, insensibili alle sofferenze e alla morte altrui.»). Si scoprirà invece nel corso della lettura che così non era.

Nella lettura del testo traspare la freddezza con cui i tedeschi organizzavano queste esecuzioni, creando false aspettative nelle vittime, promettendo loro semplici trasferimenti con la famiglia per poi dividerli (uomini da una parte, donne e bambini da un'altra) per abbattere il loro morale e renderli meno combattivi e più facili da gestire («Se ne stanno là, confuse, svuotate, rassegnate. Hanno compreso la verità nella sua nuda realtà, davanti a loro occhi il baratro è spalancato, ed esse stanno sprofondando nell'abisso. Intuiscono che ogni cosa, i campi gli alberi, tutto ciò che ha vita ed esiste - tutto sparirà con loro nell'abisso»). Nel testo è presente anche un passaggio nel quale le prigioniere, con grande sbigottimento delle guardie e delle alte sfere naziste del campo, si mettono a cantare canzoni e inni, mettendo a disagio i loro aguzzini.

Un aspetto che mi ha colpito è come, nonostante la situazione tragica, moltissimi prigionieri ebrei continuassero a pregare e a credere, innalzando inni e canti a Dio («Malgrado tutto ciò, nonostante questo stato d'animo diffuso, c'è un gruppo ostinato di praticanti, che si da da fare per respingere lo sconforto, per far tacere le proteste che ogni giorno colpiscono il loro cuore e il loro spirito, che vorrebbero il rendi-conto, che chiedono il perché.»).

Il testo, non c'è bisogno di dirlo, è una lettura che sicuramente va fatta non solo per ricordare questo periodo nero della nostra storia ma anche perché fa luce su un aspetto spesso non trattato o trattato con pregiudizi, che leggendo il libro non possono che cadere uno dopo l'altro.

Citazione preferita:

Sembra quasi che in questo mondo ci sia un cielo per alcuni popoli e un altro solo per noi: per loro, il cielo e le stelle scintillano di vita e di splendore, per noi, per noi ebrei, è lo stesso cielo, di un blu intenso, adorno di rilucenti stelle. Ma le sue stelle si spengono e precipitano nell'abisso profondo. 
E la luna, ve ne sono due, sicuramente. Una luna per le nazioni, amoroso e tenera, che sorride dolcemente al mondo e ascolta il suo canto di gioia e di felicità. E una luna per il nostro popolo. Una luna crudele, brutale, che assiste a tutto, indifferente e gelida, e sente i lamenti e le grida dei cuori, dei milioni, che lottano con la morte che li afferra.

Voto finale: ⭐⭐⭐⭐⭐ 

 

 



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In Cammino con... Manuela Vinario